ITA:
Si svilupparono proteste popolari, note con il nome di cacerolazo, che consistevano nel percuotere rumorosamente pentole e padelle. Queste proteste avvennero soprattutto nel 2001 e 2002. All'inizio i cacerolazos furono semplicemente manifestazioni rumorose, ma presto inclusero distruzioni di proprietà, spesso nei confronti di banche e compagnie private straniere, specialmente grandi imprese americane ed europee. Molti esercizi commerciali installarono barriere di metallo dato che spesso finestre e vetrine venivano rotte e si appiccavano fuochi alle porte. Cartelloni pubblicitari di imprese come Coca Cola ed altre furono abbattuti da masse di dimostranti.
Gli scontri fra i locali e la polizia divennero una consuetudine così come gli incendi appiccati nelle strade di Buenos Aires. Fernando de la Rúa dichiarò lo stato d'emergenza ma questo peggiorò soltanto la situazione, aggravando le proteste del 20 e 21 dicembre 2001 a Plaza de Mayo, dove i dimostranti si scontrarono con la polizia. Esse si conclusero con diversi morti e accelerarono la caduta del governo.

ENG:
The freeze enraged many Argentines who took to the streets of important cities, especially Buenos Aires. They engaged in protests that became known as cacerolazo (banging pots and pans). These protests occurred especially in 2001 and 2002. At first the cacerolazos were simply noisy demonstrations, but soon they included property destruction, often directed at banks, foreign-owned privatized companies, and especially big American and European companies.
Amid rioting, President Fernando de la Rua resigned on 21 December 2001.
Confrontations between the police and citizens became a common sight, and fires were set on Buenos Aires avenues. De la Rúa declared a state of emergency, but the situation worsened, precipitating the violent protests of 20 and 21 December 2001 in Plaza de Mayo, where clashes between demonstrators and the police ended up with several people dead, and precipitated the fall of the government.